V appuntamento con il Daedalus Project, il ciclo di conferenze proposte al triennio del Liceo Scientifico ed Europeo nell’ambito del programma CLIL (Content and Language Integrated Learning) che prevede l’insegnamento di discipline curricolari non linguistiche in una lingua europea diversa dall’italiano. L’incontro di Antonia Follenzi* con gli allievi è iniziato con una citazione che sta molto a cuore alla docente e ricercatrice: “The most beautiful experience we can have is the mysterious. It is the fundamental emotion hat stands at the cradle of true art and true science” [Albert Einstein]. La professoressa Follenzi ha tenuto il suo intervento integralmente in lingua inglese e ha presentato agli allievi il suo lungo percorso di studi e di ricerca - prevalentemente sulla terapia genetica e l’emofilia - mostrando e commentando diverse foto di team di cui ha fatto parte e con cui ha collaborato e di laboratori in prestigiosi atenei e centri di ricerca internazionali in cui ha lavorato. Gli studenti hanno percorso con lei scoperte e successi ottenuti “senza abbattersi, con costanza. Perché su 10 esperimenti" ha raccontato Follenzi "probabilmente solo 1 avrà successo”. Un viaggio di passione e curiosità nella ricerca, vissuto come un’avventura di scoperta e confronto quotidiano con la scienza. Follenzi ha ricordato tutti i suoi collaboratori degli ultimi 20 anni, raccontando così agli studenti del Liceo quanto la ricerca non sia per nulla un lavoro solitario, al contrario: ciascuno, all’interno del team, offre con generosità il proprio prezioso contributo. Al di là dei talenti personali, che vanno certamente coltivati, la ricerca è curiosità, dunque, ha concluso la professoressa Follenzi rivolgendosi ai ragazzi, “the important thing is not to stop questioning”. *Antonia Follenzi è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Patologia Clinica e in Oncologia Umana, ha lavorato in Israele presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, all’IRCC di Candiolo (TO) e all’Albert Einstein of Medicine di New York.
L’incontro di Antonia Follenzi* con gli allievi è iniziato con una citazione che sta molto a cuore alla docente e ricercatrice: “The most beautiful experience we can have is the mysterious. It is the fundamental emotion hat stands at the cradle of true art and true science” [Albert Einstein]. La professoressa Follenzi ha tenuto il suo intervento integralmente in lingua inglese e ha presentato agli allievi il suo lungo percorso di studi e di ricerca - prevalentemente sulla terapia genetica e l’emofilia - mostrando e commentando diverse foto di team di cui ha fatto parte e con cui ha collaborato e di laboratori in prestigiosi atenei e centri di ricerca internazionali in cui ha lavorato. Gli studenti hanno percorso con lei scoperte e successi ottenuti “senza abbattersi, con costanza. Perché su 10 esperimenti" ha raccontato Follenzi "probabilmente solo 1 avrà successo”. Un viaggio di passione e curiosità nella ricerca, vissuto come un’avventura di scoperta e confronto quotidiano con la scienza. Follenzi ha ricordato tutti i suoi collaboratori degli ultimi 20 anni, raccontando così agli studenti del Liceo quanto la ricerca non sia per nulla un lavoro solitario, al contrario: ciascuno, all’interno del team, offre con generosità il proprio prezioso contributo. Al di là dei talenti personali, che vanno certamente coltivati, la ricerca è curiosità, dunque, ha concluso la professoressa Follenzi rivolgendosi ai ragazzi, “the important thing is not to stop questioning”. *Antonia Follenzi è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Patologia Clinica e in Oncologia Umana, ha lavorato in Israele presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, all’IRCC di Candiolo (TO) e all’Albert Einstein of Medicine di New York.
La professoressa Follenzi ha tenuto il suo intervento integralmente in lingua inglese e ha presentato agli allievi il suo lungo percorso di studi e di ricerca - prevalentemente sulla terapia genetica e l’emofilia - mostrando e commentando diverse foto di team di cui ha fatto parte e con cui ha collaborato e di laboratori in prestigiosi atenei e centri di ricerca internazionali in cui ha lavorato. Gli studenti hanno percorso con lei scoperte e successi ottenuti “senza abbattersi, con costanza. Perché su 10 esperimenti" ha raccontato Follenzi "probabilmente solo 1 avrà successo”. Un viaggio di passione e curiosità nella ricerca, vissuto come un’avventura di scoperta e confronto quotidiano con la scienza. Follenzi ha ricordato tutti i suoi collaboratori degli ultimi 20 anni, raccontando così agli studenti del Liceo quanto la ricerca non sia per nulla un lavoro solitario, al contrario: ciascuno, all’interno del team, offre con generosità il proprio prezioso contributo. Al di là dei talenti personali, che vanno certamente coltivati, la ricerca è curiosità, dunque, ha concluso la professoressa Follenzi rivolgendosi ai ragazzi, “the important thing is not to stop questioning”. *Antonia Follenzi è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Patologia Clinica e in Oncologia Umana, ha lavorato in Israele presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, all’IRCC di Candiolo (TO) e all’Albert Einstein of Medicine di New York.
Gli studenti hanno percorso con lei scoperte e successi ottenuti “senza abbattersi, con costanza. Perché su 10 esperimenti" ha raccontato Follenzi "probabilmente solo 1 avrà successo”. Un viaggio di passione e curiosità nella ricerca, vissuto come un’avventura di scoperta e confronto quotidiano con la scienza. Follenzi ha ricordato tutti i suoi collaboratori degli ultimi 20 anni, raccontando così agli studenti del Liceo quanto la ricerca non sia per nulla un lavoro solitario, al contrario: ciascuno, all’interno del team, offre con generosità il proprio prezioso contributo. Al di là dei talenti personali, che vanno certamente coltivati, la ricerca è curiosità, dunque, ha concluso la professoressa Follenzi rivolgendosi ai ragazzi, “the important thing is not to stop questioning”. *Antonia Follenzi è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Patologia Clinica e in Oncologia Umana, ha lavorato in Israele presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, all’IRCC di Candiolo (TO) e all’Albert Einstein of Medicine di New York.
Un viaggio di passione e curiosità nella ricerca, vissuto come un’avventura di scoperta e confronto quotidiano con la scienza. Follenzi ha ricordato tutti i suoi collaboratori degli ultimi 20 anni, raccontando così agli studenti del Liceo quanto la ricerca non sia per nulla un lavoro solitario, al contrario: ciascuno, all’interno del team, offre con generosità il proprio prezioso contributo. Al di là dei talenti personali, che vanno certamente coltivati, la ricerca è curiosità, dunque, ha concluso la professoressa Follenzi rivolgendosi ai ragazzi, “the important thing is not to stop questioning”. *Antonia Follenzi è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Patologia Clinica e in Oncologia Umana, ha lavorato in Israele presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, all’IRCC di Candiolo (TO) e all’Albert Einstein of Medicine di New York.
Follenzi ha ricordato tutti i suoi collaboratori degli ultimi 20 anni, raccontando così agli studenti del Liceo quanto la ricerca non sia per nulla un lavoro solitario, al contrario: ciascuno, all’interno del team, offre con generosità il proprio prezioso contributo. Al di là dei talenti personali, che vanno certamente coltivati, la ricerca è curiosità, dunque, ha concluso la professoressa Follenzi rivolgendosi ai ragazzi, “the important thing is not to stop questioning”. *Antonia Follenzi è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Patologia Clinica e in Oncologia Umana, ha lavorato in Israele presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, all’IRCC di Candiolo (TO) e all’Albert Einstein of Medicine di New York.
Al di là dei talenti personali, che vanno certamente coltivati, la ricerca è curiosità, dunque, ha concluso la professoressa Follenzi rivolgendosi ai ragazzi, “the important thing is not to stop questioning”. *Antonia Follenzi è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Patologia Clinica e in Oncologia Umana, ha lavorato in Israele presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, all’IRCC di Candiolo (TO) e all’Albert Einstein of Medicine di New York.
*Antonia Follenzi è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Patologia Clinica e in Oncologia Umana, ha lavorato in Israele presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, all’IRCC di Candiolo (TO) e all’Albert Einstein of Medicine di New York.
*Antonia Follenzi è professore ordinario all’Università del Piemonte Orientale. Laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Patologia Clinica e in Oncologia Umana, ha lavorato in Israele presso il Weizmann Institute of Science di Rehovot, all’IRCC di Candiolo (TO) e all’Albert Einstein of Medicine di New York.